venerdì 22 gennaio 2010

Capuchino nel silenzio


Venerdì 10 luglio 2009, verso le 11 del mattino, entravamo a Figueres: di strada verso Ceret, la tappa intermedia ci avrebbe permesso di visitare lo scoppiettante e folle Museo Dalì (*).
L'autoradio passò bruscamente da un non indimenticabile pezzo pop alla cronaca del giorno: a Pamplona era morto un ragazzo poche ore prima, vittima di una cornata durante l'encierro.
Dita sul cellulare e subito un messaggio al'amico Pietro, il nostro El Pana privato, che era proprio a San Fermin.
Poco dopo il bip-bip del suo sms ci rincuorò.

Con un pò di mesi di ritardo, ecco il suo racconto di quella cupa giornata.

Capuchino nel silenzio

San Fermin, 8 giorni di pura follia.

San Fermin,la festa resa famosa da Hemingway, 204 ore di alcol, tori e nottate ad aspettare le 8 di mattina, per vedere che il sole sorge ancora, per provare il brivido di correre di fianco ai tori.

San Fermin,12240 minuti vissuti tutto di un fiato,aspettati per un anno intero.

Stranamente quest'anno a San Fermin tutto si è fermato, la festa ha cessato di essere tale per un minuto, un minuto soltanto che però vale più degli altri 12239.

Tutto si è fermato alle 18,30 del 10 luglio.
La plaza de toros come sempre era gremita di aficionados, carichi di alcol e di cibarie e pronti ad assistere alla quarta corrida del 2009, però stasera il programma era diverso.
Dopo il paseillo ci sarebbe stato un minuto di silenzio per ricordare Daniel Jimeno Romeno, giovane di Alcala de Hemarez morto tragicamente nell'encierro di Jandilla.
Quella mattina siamo stati svegliati da un fiume di chiamate ed sms di amici che dall'Italia si sinceravano del nostro stato di salute, visto che la notizia di un morto durante la corsa dei tori era già arrivata in Italia.
Tutti a chiedersi: perchè eravamo li? perchè rischiare la nostra vita in modo così stupido, tutti a puntare il dito contro quegli ubriaconi che sfidano la sorte di fronte a dei tori.
La giornata è passata a chiederci cosa sarebbe capitato quella sera, se il clima di festa che si respirava nelle vie sarebbe cessato, e invece ci veniva detto che tutto sarebbe andato avanti come sempre, tranne per un minuto di silenzio prima della corrida.
Ma come? basta questo per ricordare la morte di un ragazzo?

Andando verso la plaza,alle cinque della sera, vediamo subito qualcosa di diverso. Alla fine dell'Estafeta,nel tratto di Telefonica in cui c'è stata l'incornata mortale, un pezzo di palizzata non è stata rimossa.
Si riescono appena ad intravedere i legni, visto che sono completamente coperti di foulard e sciarpe rosse, fiori, bicchieri di birra, magliette.
Nell'arena non si parla d'altro,e lo speaker invita il pubblico a partecipare al minuto di silenzio.
Poi entrano i toreri,seguiti dalla quadriglia. Arrivati davanti al presidente, ecco che tutto si ferma, e dal palco si alza un suono. E' il silencio di Roy Etzel. Tutti in piedi, immobili, ad onorare un nostro compagno, perchè tutti i mozos, tutti i corridori sentono tale il ragazzo morto quella mattina. Anche se di nazionalità diversa, di età diversa, sconosciuto, lo sentiamo vicino perchè come noi prende parte a questo delirio collettivo.
Tutta la piazza è immobile, tranne un cavallo, che continua rigirarsi su se stesso.
Tantissimi hanno lacrime che scendono sul viso, perchè in questi momenti è impossibile trattenerle.
Si sente qualche suono provenire da fuori dell'arena, dalle vie intorno, ma i 20000 presenti non fiatano.
E' un minuto che dura una vita, sentiamo quasi che il sangue si ferma nelle vene.
Poi un ultimo squillo di trombe, e si alza al cielo un applauso, quasi liberatorio, infinito, che dal ruedo si spinge verso il cielo.
Si, è bastato un minuto per onorare Daniel, e siamo fieri di farne parte.

Poi, purtroppo, veniamo riportati alla realtà.

Capuchino, il toro assassino, è il primo ad uscire, e ad attenderlo c'è El Fandi, un torero mediocre per un toro manso.
Ci sarebbe piaciuto vedere un Belador, un Bastonito di fronte a toreri che onorassero anche loro la memoria di questo giovane, senza cadere nel volgare e nello sterile autocompiacimento.
Non è stato così, purtroppo.


Però di questo Pamplona 2009 porteremo sempre nel cuore quel minuto fra i 12240, alle sei e mezza del 10 luglio, e un giovane che era nato per correre, e che ci ha lasciato correndo.

(foto Campos y Ruedos)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non voglio esprimere giudizi, ma correre ubriaco davanti ai tori è un atto da stupidi ed irresponsabili, si rischia di fare del male a se stessi e (soprattutto) agli altri.Qui il folklore e la tauromachia non centrano nulla...

Marco.

El pana ha detto...

Poi mi spieghi come fai a sapere che il ragazo morto quest'anno a Pamplona era ubriaco.
Io so che circa un mese dopo il municipio di Pamplona ha autorizzato un mini-risarcimento del tutto spontaneo per la morte del giovane,visto che dalle analisi non è risultato ne ubriaco ne sotto l'effetto di droghe,e che era fisicamente allenato per correre l'encierro.
Poi sicuramente sarai meglio informato di me...

Anonimo ha detto...

Solo per precisare che il Marco del primo messaggio non è il sottoscritto, che El Pana ben conosce. Il povero corredor di Pamplona non era ubriaco, ed era un esperto di encierros, però il toro non perdona.

Saluti.

Marco

El Pana ha detto...

Ovviamente l'avevo capito,lui è Marco senza salutare....
Sul fatto che fosse esperto di encierros non so,sicuramente quest'anno aveva corso tutti gli encierros come hanno fatto vedere le varie tv spagnole,però sinceramente non mi sembrava un gran corridore,l'ho visto cadere un paio di giorni prima e voltarsi continuamente durante la corsa nei giorni precedenti,e sono tutti comportamenti molto pericolosi.Poi,sembra che si mettesse sempre la stessa maglia non per scaramanzia come fanno molti,ma semplicemente per risaltare nelle immagini televisive.
Ovviamente,la tragedia è avvenuta unicamente per sfiga,con quanto scritto sopra non voglio nè trovare una ragione a ciò che è capitato nè soprattutto offendere la sua memoria.