mercoledì 10 novembre 2010

Il mestiere di arrangiarsi




Lasciamo perdere i primi 10/15 dell'escalafon, che si esibiscono nelle arene con contratti a 5 zeri: si dice che don José Tomas fosse arrivato a chiedere 400.000 euro per il ritorno a Las Ventas, e i vari Juli, Castella, Ponce nelle arene più prestigiose si vestono di luci non prima di aver pattuito onorari da favola. La cosa non scandalizza più di tanto, un appuntamento con la morte non ha prezzo, e sarà banale ma se pensiamo ai vergognosi cachet dei nostri calciatori i duecentomila che chiede Juli a Madrid sono noccioline.

Ciò che è interessante è capire come se la cavano i toreri che non sono esattamente delle star, o i loro subalterni: le cifre scritte sui contratti in questi casi sono assai più modeste, e ci ricordiamo per esempio dei 9.000 che intascò l'anno scorso Julien Lescarret (torero d'alternativa, si intenda) per combattere una corrida di Palha.
Novemila euro, che al netto delle spese per la quadriglia e il resto si riducono a molto meno, per mettersi di fronte a tori con casta, selvaggi e non propriamente accomodanti.
Il tutto per quante? cinque, dieci corride l'anno a dire molto.
Lasciamo perdere perciò il fortunato gruppetto in fuga: il punto è che nel plotone che (in)segue le dichiarazioni dei redditi non devono essere troppo ricche.

Ci si deve arrangiare dunque, ché in inverno mica tutti si va in Sud America.
E si trovano occupazioni collaterali, che integrano, aiutano, e soprattutto consentono di alimentare il sogno.
Quando gli olé delle arene sono lontani, quando per far scrivere il proprio nome sui carteles bisogna sudarsela, quando per comprare un traje c'è da fare sacrifici o per allenarsi non c'è la tenuta di famiglia, ma il parco pubblico del paese.

Ecco che Denis Loré, matador francese abituato alle corse dure e ritiratosi nel 2007, negli ultimi anni di attività arrotondava guidando bus, chauffeur.
Morenito de Nimes ha una cattedra di spagnolo in un liceo della città natìa.

Salvador Cortes, quando non torea nella sua Siviglia o a San Fermin, serve caffé e cervezas e si muove tra i tavolini di un bar.
Frascuelo, quel Frascuelo che ha una faccia da torero unica e incredibile e che l'anno scorso a sessant'anni suonati si è preso il lusso di venire a Ceret e di insegnare a tutti cos'è la toreria, è uno stuccatore.
Marc Serrano lavora in un'agenzia di assicurazioni a Madrid, Miletto all'impresa di pompe funebri della famiglia.

Alberto Aguilar fino a quest'anno era disoccupato, in passato si occupava di carico e scarico merci sui camion, e aveva provato ad aprire un bar, fallito.
Diego Urdiales è un imbianchino.

Anche Domingo Navarro non sfugge alla regola.
Banderillero per vocazione, officia agli ordini di diversi toreri, l'abbiamo visto a Pasqua ad Arles con Bolivar rischiare una cornata terrificante e ha seguito per anni Esplà.
Da vedere questo bel video: Navarro passa dall'ovazione di un'intera arena che, tutta in piedi, lo acclama e lo obbliga a salutare, ai banchi di un mercato coperto.
Fa il salumiere.
La domenica le banderillas a Las Ventas, ad un Adolfo Martin, il lunedì ad affettare del jamon per la signora venuta a far la spesa.
La domenica vestito d'argento, il lunedì con il grembiule bianco.

Quando non sei una star, ci si deve arrangiare.
Cayetano poveraccio è costretto a fare il modello.

(foto Ronda - Urdiales, ovvero la grinta dell'imbianchino)

3 commenti:

Angelo ha detto...

E' il destino dei precari, in tutto il mondo occidentale. A stipendio fisso indossando il traje de luces non me li vedo.
E poi mantenere un contatto con la terra è salutare per chi nelle domeniche d'estate sfidando la morte celebra il mito dell'eroismo!

Anonimo ha detto...

Per Cayetano sarà il contatto con la passerella....

Anonimo ha detto...

Che bel post! E che bel video! Marco, Siena