giovedì 4 novembre 2010

The Matador



Diciamo subito che la visione de The Matador non è così terrificante come uno si aspetterebbe da un film biografico su El Fandi.
Il regista, tale Stephen Higgins, ha curato bene i dettagli: le sequenze all'arena sono avvincenti, ben girate, incatenate l'una all'altra e montate con una sensibilità particolare.
Per dire, il tanto acclamato Manolete con Adrien Brody ha sprecato un'occasione magnifica, traducendo la corrida in immagini senza profondità, nervose, meccaniche.
The Matador, su questo piano, è decisamente meglio: alcuni scorci sulla Spagna dei tori, alcune panoramiche di respiro e i dettagli sul torero e sugli avvenimenti sono tutte cose ben fatte e la visione è piacevole, quantomeno piacevole.
Curata, originale ed efficace la colonna sonora.

C'è che il film trasuda di un malcelato hollywoodismo che lo attraversa dal primo fotogrammo all'ultimo: è tutto molto yankee, il torero è un eroe che nasce da una famiglia modesta, parte con le migliori intenzioni, poi cade vittima di un infortunio grave ma alla fine si riscatta e il bene trionfa sul male.
Il meccanismo più classico, infallibile ma anche inflazionato.
Insomma, sembra proprio che Higgins e El Fandi si siano trovati: la poetica del regista si sposa perfettamente con l'approccio del torero alla tauromachia, e tutto ha una visione molto trionfalista e la ricerca affannata dell'epicità a tutti i costi si impone sulla narrazione e sui canoni.

Tutta la pellicola ruota intorno all'ossessione del giovane David a voler raggiungere il tetto delle 100 corride toreate in un anno: le stagioni passano e il nostro eroe si avvicina sempre più a quello che per lui e il regista è evidentemente un prestigioso traguardo, ma succede sempre qualcosa e ci si ferma a 30, 70, o giù di lì.
Finalmente alla fine El Fandi riesce ad onorare i centro contratti nella stagione 2005, lui è contento, il regista è contento e noi tra un pop-corn e l'altro sospiriamo di sollievo: missione compiuta.

A onor del vero alcuni passaggi sono davvero riusciti, e questo Higgins con l'azione ci sa fare.
La ricostruzione della encerrona del 28 maggio del 2005 nella natìa Granada, corrida davvero mitologica (El Fandi passò tre quarti d'ora in infiemeria tra un toro e l'altro, si fece operare e ricucire senza anestesia e tornò per tagliare una manciata di orecchie una coda), è palpitante, elettrica e rapisce lo spettatore.

The Madator, via, in sintesi: c'è di meglio ma c'è anche di peggio.
Da vedere, comunque, ché l'inverno è lungo e primi tori sono così lontani.


* qui un trailer
* qui la pagina ufficiale del film

1 commento:

Anonimo ha detto...

se a tratti El Fandi sembra davvero un torero vuol dire che il film è ben riuscito.
Mi ha ricordato i film di Leni Riefenstahl...
:-(

Marzia