sabato 3 gennaio 2009

Toreri: il bilancio del 2008

L'ultimo numero di Toros (1841) dedica un ampio servizio ad un'analisi della temporada 2008: sotto la lente, i risultati e la stagione dei toreri più ricchi di conrtatti.
Occorre fare una premessa: l'escalafon, quella specie di classifica semiufficiale che a fine anno mette in fila i matador, tiene conto di un solo dato, le corride combattute.
In testa chi ha onorato più contratti e così via: è piuttosto intuitivo comprendere che quell'unico criterio non è sufficiente a dare la dimensione di una stagione intera e soprattutto a regolare un ordine reale tra i toreri.
Sappiamo tutti per esempio che i contratti nelle arene pueblerine, di terza categoria, hanno un peso ben diverso che so, da una corrida a Madrid o a Siviglia: così è per i trionfi, 10 orecchie nei paesini andalusi non ne valgono una sola a Bilbao.
Ecco infatti che una classifica comparata e ragionata darebbe invece esiti ben diversi: se nell'escalafon nudo e crudo è El Fandi con il suo toreo circense a guardare tutti dall'alto al basso (111 corride e 263 orecchie), provando ad analizzare solo le corse nelle arene di prima categoria (*), i rapporti cambiano.
El Juli è in testa (27 corride e 35 orecchie), seguito da El Cid (25 - 16), Perera (23 - 28). Poi a seguire Ponce, El Fundi, Bautista e gli altri.
A questo indirizzo l'escalafon ufficiale e a quest'altro invece, piuttosto interessante, qualche analisi più ragionata.

In ogni caso è seguendo l'ordine classico che Toros si concede una carrellata sui toreri dell'anno.
Ne riportiamo una sintesi.

El Fandi (1° posto con 111 corride) - Torero popolare e poco amato dall'aficion con criterio e anche da quella francese, il granadino ha comunque lasciato il segno rimanendo un eccellente capeador così come un potente e atletico banderillero. Resta un grande tagliatore di orecchie con 263 trofei, di cui più del 50% in arene di terza categoria (solo 11 in quelle di prima)

El Cid (2°, 89) - Non menzioniamo più i grandi meriti del torero andaluso, lidiador fuori dal comune. Il suo toreo potente merita un toro che tenga e, quando è il contrario, El Cid manca un pò di arte per rimanere all'altezza di questo tipo di spettacolo. Al contrario è il torero che capisce meglio i victorinos.

M.A. Perera (3°, 82) - è il solo dei giovani toreri ad aver saputo resistere alla deflagrazione José Tomas. Lo si pensava, l'anno scorso, condannato definitivamente a seguire da lontano il treno Castella-Talavante; oggi invece appare come il numero uno della sua generazione. Non si possono dimenticare i suoi successi a Siviglia, Madrid (l'indomani del terremoto Tomas), Pamplona, Barcellona in luglio, Bilbao e una pletora di trionfi tra fine agosto e settembre, da Albacete a Valladolid, passando per Bayonne, Dax o Salamanca. Termina la temporada con un gesto eroico, a Madrid, chiudendo con due cornate che hanno portato a cinque passaggi sul tavolo della sala operatoria.

El Juli (4°, 74) - Lo si ritrova ai piedi del podio. Il madrileno fa il bello e il cattivo tempo: così, a Bilbao è assente durante la corrida d'El Ventorillo, poi il giorno dopo regala una lezione di fronte a dei La Quinta deludenti. Il ragazzo potrebbe matar una camada intera (la camada è l'annata intera di una ganaderia, ndr) in un pomeriggio, tanto la sua aficion è abissale; lo ha mostrato durante il suo solo di Nimes che, anche se non portà passare alla storia a causa dei tori insignificanti, ha permesso comunque di dimostrare che l'estensione del suo potere e la diversità del suo toreo non si sono invecchiati.

J.M. Manzanares (5°, 66) - E' quello che torea meglio della sua generazione. Tiene il ruedo con la sua classe e la sua tecnica (Siviglia, Madrid) e mostra spesso molto coraggio, come a Bilbao.

A. Talavante (5°, 66) - Sempre così desolante spada in mano, ha rovinato non pochi successi con la lama; ha deluso anche a Siviglia e Madrid.
Ma è ancora giovane (21 anni nel novembre scorso) e quindi ci sono buone probabilità che si riparli di lui nei prossimi anni.

Segue l'inossidabile Enrique Ponce: dopo diciott'anni di alternativa, torea ancora con la voglia di un novillero e spalanca ancora le porte di Bilbao e Saragozza a fine stagione. Chapeau!
Antonio Ferrera è stato fenomenale a Siviglia, con i victorinos. Ha ucciso, praticamente, tutta la camada dello stregone (il soprannome di don Victorino Martin), battendo il record di corride di Victorino uccise da uno stesso matador (quindici al suo attivo).
Sebastien Castella precipita al quindicesimo posto. Paga probabilmente il braccio di ferro intrapreso dal suo nuovo management durante l'anno per esigere delle condizioni sicuramente sovrastimate. I suoi passaggi a vuoto a Siviglia e Madrid hanno reso il compito più difficile con il tutto che, in questo stesso periodo, Perera prendeva la sua posizione.
Castella sembra un ragazzo che non molla niente: scommettiamo che sarà capace di risalire anche lui, l'anno prossimo.
Il veterano El Fundi si posiziona 17° con 49 corride. Il madrileno dopo anni nel suo paese ha infine conquistato il posto che merita . Due volte presente a Siviglia, Madrid, Saragozza, ha sfoggiato il suo poder e il suo senso della lidia anche di fronte a dei tori che era, fino a quel momento, poco uso a combattere (Barcellona, in settembre). Ha anche vinto la maledizione tagliando infine un'orecchia a Madrid, di fronte agli Adolfo Martin.
Juan Bautista, nonostante un inizio stagione bolso, rimane nel gruppone. Ha ripreso colore a San Sebastian e Bilbao.
Padilla e Vega sono sempre là, senza fare troppo rumore.
Seguono due tra le rivelazioni dell'anno, Luis Bolivar (40 contratti) e Daniel Luque (38).
Il primo ha maturato e può entrare in un buon numero di cartels: solo rimpianto con questo torero, la sua incapacità a rompere e a portare a termine una buona faena.
Luque, a diciannove anni, ha lasciato il segno. E' un ragazzo pieno di aficion e elegante alla capa.

Tra i grossi nomi, due non figurano tra i primi 25, e non dei minori: Morante de la Puebla, 32° con 28 corride e José Tomas, 41° con 20 contratti.
Anche se ha fallito durante il suo solo di Saragozza, Morante ha lasciato il segno con il suo senso del combattimento (Bilbao) e anche con il suo pundonor e il suo valore a Madrid. E' senza dubbio il torero più artista, più imprevedibile e più vario del gruppo.
Tomas è il numero uno per un buon numero di aficionados, anche per quelli con criterio. La sua meravigliosa prestazione madrilena del 5 giugno resterà impressa per sempre nella memoria collettiva. Rimpiangiamo però il fatto che esista un Tomas delle città (Madrid, Barcellona o Santander) et un Tomas della campagna (tutte le altre plazas, dove il torero è veramente troppo spesso ridicolo per rendere eterne le sue opere). Rimane il fatto che, ridicolo o no, il toro ferisce e Tomas si espone. La corna l'ha castigato, facendogli perdere sei contratti. Questo non gli impedisce di riempire le arene e di avere la miglior media di orecchie tagliate in arene di prima categoria (19 per 8 corride). Ci auguriamo di vedero esibirsi ancora di più.

Per i toreri francesi, dietro Castella e Bautista vengono Julien Lescarret (12 contratti), poi Marc Serrano con 8 contratti. Mehdi Savalli, con 4 corride, sta conoscendo un duro apprendistato.

(foto Ronda - Enrique Ponce a San Sebastian, 14 agosto 2008)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pas facile à lire mais j'apprecie ton objectivité et ton souçi de ne pas oublier "les humbles"
ciao
bruno