...in salsa transalpina.
A Frejus, cittadina balneare con tanto di teatro romano in cui si danno (davano, meglio) corride - la sola feria ad est del Rodano, lo slogan più utilizzato - il sindaco ha le idee chiare.
E' ora di farla finita con la morte dei tori sulla sabbia dell'arena locale, è la sintesi del pensiero del primo cittadino (qui).
Gli aficionados di Frejus, compresi e a maggior ragione gli aderenti al club taurino La Lidia, sono evidentemente scossi e angosciati.
Tanto più che (attenzione che è esilarante) il funambolico sindaco non più tardi di una decina di anni fa firmava il libro d'oro dell'arena, in occasione della feria, in questo modo: "Dal 1905, la tradizione taurina è ancorata a Frejus. L'arena romana ha trovato nelle corride la sua vocazine originale. Oggi mi auguro che Frejus ritorni ad essere un riferimento per la tauromachia e affermi la sua identità di città taurina".
Chapeau, signor sindaco.
Al contrario a Beaucaire, cittadina provenzale con una tradizione taurina viva e decisa, il sindaco Jacques Bourboursson ha preso un'iniziativa altrettanto clamorosa e di segno opposto.
In due riprese ha negato allo scrittore Henri J. Servat, di posizioni dichiaratamente e rigorosamente anticorrida, il permesso per tenere nel teatro della città il suo spettacolo, nel quale non sarebbero risparmiate critiche e ingiurie alla corrida (qui).
Le sue tesi umilierebbero e insulterebbero le tradizioni della città.
Chapeau, signor sindaco.
(foto: il manoscritto di Elie Brun, sindaco di Frejus)
lunedì 22 novembre 2010
Integralismi
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3 commenti:
Il Corriere della Sera di oggi riporta una intera pagina pubblicitaria intitolata:" La Caccia. Se la conosci... la rispetti!", seguita dai vincoli che osserva (o dovebbe osservare) un cacciatore responsabile.
Non sono cacciatore e non ho mai amato la caccia, ma leggendo questa pagina ho trovato una assonanza con i problemi che assediano il mondo dei tori. In entrambi i campi esistono storiche tradizioni ed aficionados duri e puri. Oggi vediamo aumentare la arrogante "ignoranza" degli animalisti che condannano la corrida attraverso stereotipi e false credenze, e sappiamo che la difesa della tauromachia si può fare solo con la diffusione di una informazione seria ed equilibrata, che difenda la libertà di pensare in modo diverso dalla "dittatura" della maggioranza. Problemi comuni alla caccia, mi sembra.
Allora " La corrida: se la conosci... la rispetti!" potrebbe essere uno slogan da non buttar via.
Angelo
A questa pagina il manifesto segnalato da Angelo.
Sono d'accordo. Tipico dell'animalista è criticare ed avversare, con violenza, ciò che non conosce. Ed essendo un intergralista, conosce solo un suo piccolissimo universo, e crede che tutto ruoti intorno ad esso. Il problema è che ha sponde mediatiche impressionanti (TG studio aperto, Striscia la notizia col bellone amico degli animali, la Colò). O ci si chiude in un bunker o si combatte. Che si fa? Marco, Siena
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