Il 7 aprile dell'anno scorso, ad Arles i tori erano de El Pilar.
El Juli, Matias Tejela e Mehdi Savalli nel cartel: una terna bizzarra e male assortita, quanto meno.
La corrida è stata per grandissima parte deludente, del tutto insignificante.
Tranne quei dieci minuti di estasi totale.
Quell'uomo in viola e oro là in mezzo all'arena, solo con Sombrerero, a mostrare a che livello di magia e profondità può arrivare il dominio di un torero su un toro.
Sombrerero, il cappelliere, toro di El Pilar fino a quel momento quasi inconsapevole di sè, come incapace di sapere cos'è un toro in un'arena.
El Juli a insegnarglielo, con rigore e forza, e poi finalmente a torearlo con grazia anche, fantasia, e soprattutto con autorità e imperio.
Nerva il pasodoble che accompagnò la danza, per quella faena che rimane ad oggi, semplicemente, la più bella che io abbia mai visto.
Joel Bartolotti è il direttore di Toros.
Persona seria, poco incline alle esaltazioni, poco tenera con le star.
La sua cronaca di quella giornata, sul numero 1800 della rivista, dà la misura dell'avvenimento:
"(...) Quindi, dopo le banderillas della cuadrilla e un promettente brindisi al conclave, il maestro, facendo finta di lasciare all'animale il vantaggio e la scelta del terreno, autorizzava Sombrerero a vagabondare verso il toril e gli lasciava credere, sensa contraddirlo, che avrebbe continuato lui, il toro, a decidre della sua sorte, quando invece la partita era già vinta dall'uomo.
Senza correggere la sua posizione, El Juli magnetizzava la bestia con un passo alto e tre derechazos seguiti di un pase de pecho mancino che innescava la musica.
Venivano quindi delle serie con entramble le mani, in particolare dei naturales interminabili e dei redondos in cui l'eccezionale padronanza del sitio e dei terreni faceva scattare in piedi le gradinate.
Alla fine di questa sfolgorante dimostrazione di tecnica ispirata, attento tanto all'istruzione che al duello (perchè non sbagliamoci, il toro è Julian che l'ha inventato e al quale ha infuso questa carica allegra e insospettata), ci si poteva legittimamente chiedere, di fronte al concatenazione naturale, saggia, varia e spontanea dei passi, se il maestro avesse potuto magari dimenticare qualcosa. Non ho, ovviamente, trovato niente, e come tutti non ho potuto che inchinarmi di fronte alle due orecchie e al trionfo maiuscolo di un torero immenso, dopo una stoccata profonda e abile e alla vigilia di un'importante corrida a Madrid."
(foto Ronda - El Juli a Arles, sabato 7 aprile 2007)
lunedì 10 marzo 2008
El Juli e il cappelliere
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2 commenti:
io c'ero. confermo tutto.
non conoscevo il tuo blog.
comincio da qui.
sottoscrivo ogni lettera della tua descrizione dei dieci minuti più profondi della feria di pasqua 2007.
ora, curioso, proseguo nella lettura delle altre pagine...
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